IVA 2022: tutte le novità del Decreto Fiscale

iva 2022

Attraverso la circolare n. 5/ER del 25 febbraio e resa pubblica il 28 febbraio 2022, le Entrate spiegano le novità IVA 2022 del Decreto Fiscale.

Tramite questo documento vengono trattate le principali novità in materia di IVA contenute nel DL del 21 ottobre 202 n.146, convertito poi con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” c.d. decreto fiscale 2022.

Nello specifico vengono chiari gli aspetti circa:

  • operazioni nei confronti di organismi dell’UE in risposta alla pandemia di COVID-19;
  • servizi di trasporto internazionale effettuati da subvettori.

 Decreto Fiscale: IVA 2022

Il decreto fiscale prevede la non imponibilità delle operazioni covid verso organismi UE. Si parla dunque di non imponibilità per cessioni di beni e prestazioni effettuate dal primo gennaio 2021 e nei confronti di tutti gli organismi comunitari che si sono attivati per rispondere alla pandemia.

La Circolare n.5/E sottolinea quindi la non imponibilità ai fini Iva delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi anti Covid-19 ad organismi comunitari. 

È prevista inoltre una non imponibilità retroattiva alle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2021 e in particolare: 

  • per le operazioni assoggettate a Iva nel periodo 1° gennaio – 21 dicembre 2021
  • i fornitori potranno emettere note di variazione in diminuzione dell’imposta a suo tempo addebitata.

L’eventuale venir meno delle condizioni per beneficiare della non imponibilità sarà comunicato ai soggetti interessati all’Amministrazione finanziaria. L’operazione, dunque, si assoggetta a IVA dal fornitore alle condizioni applicabili alla data in cui è stata effettuata l’operazione.

Operazioni effettuate da enti associativi

La circolare n. 5/E illustra anche alcune modifiche alla disciplina dell’imposta sul valore aggiunto, con particolare riferimento alla rilevanza delle operazioni effettuate da alcuni enti non commerciali di tipo associativo nei confronti di soci e associati. 

Le misure entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2024. Queste prevedono che alcune operazioni rese ai propri associati dietro corrispettivi specifici o contributi supplementari, da non rilevanti ai fini dell’Iva diventino operazioni esenti dall’imposta.

Per le organizzazioni di volontariato e associazioni con ricavi inferiori ai 65 mila euro, si prevede la possibilità di beneficiare del regime forfettario.

IVA 2022:  imponibilità servizi di trasporto internazionale di beni e subvettori

La circolare analizza anche le modifiche al regime di non imponibilità IVA delle prestazioni di servizi di trasporto internazionale.

In particolare dunque, a decorrere dal 1° gennaio 2022, sono imponibili le prestazioni di trasporto internazionale di beni esportati/importati verso/da Paesi extra Ue se rese a soggetti diversi dall’esportatore. 

Registro delle imprese: che cos’è e a cosa serve

registro imprese

Il Registro delle imprese è un registro all’interno del quale sono iscritte le imprese italiane. Nasce nel 1993, sebbene sia ufficialmente entrato in azione nel 1996 con la Legge relativa al riordino delle Camere di Commercio e con il conseguente Regolamento di attuazione.

Registro delle imprese: di cosa si tratta

Il Registro delle imprese nasce con l’obiettivo di assicurare completezza e organicità della pubblicità legale per tutti i soggetti che risultano tenuti a iscriversi. Viene gestito dalle Camere di commercio, tramite la rete informatica e telematica di Infocamere.

Rispetto al lontano 1996 appare evidente che il sistema informativo del sistema camerale abbia subito una dematerializzazione inevitabile, dovuta ai processi di evoluzione digitale.

Ad oggi, dunque, il Registro imprese è un registro pubblico informatico. Tale registro, secondo la Legge delle Camere di Commercio presenta le seguenti caratteristiche:

  • ha competenza provinciale;
  • è gestito secondo tecniche informatiche;
  • la sua tenuta è affidata alla locale Camera di Commercio, sotto la vigilanza di un Giudice, delegato dal Presidente del Tribunale del capoluogo di Provincia;
  • è retto da un Conservatore nominato dalla giunta nella persona del Segretario Generale ovvero di un dirigente della Camera di Commercio che assicura la corretta tenuta del Registro Imprese in osservanza delle disposizioni in materia e delle decisioni del Giudice del Registro.

Pertanto il documento viene definito l’anagrafe delle imprese, proprio perché al suo interno sono presenti dati quali la costituzione, modifica e cessazione delle imprese con qualsiasi forma giuridica e settore di attività economica su tutto il territorio nazionale.

Cosa contiene

Questo contiene tutte le principali informazioni relative alle imprese:

  • denominazione;
  • statuto;
  • amministratori;
  • sede.

Presenta, inoltre, tutti gli eventi, successivi all’iscrizione, che hanno interessato l’azienda, come le modifiche dello statuto, o delle cariche sociali, trasferimenti di sede, liquidazioni, proceduro concorsuali, liquidazioni.

Ciò lo porta ad essere definito come un archivio per l’elaborazione di indicatori di sviluppo economico e imprenditoriale.

Funzioni principali del Registro imprese

Una delle funzioni principali è la fornitura di pubblicità legale degli atti in esso iscritti.

Questa si suddivide in:

  • costitutiva, nel caso in cui l’iscrizione di un determinato atto nel Registro è requisito necessario ed indispensabile affinché l’atto produca i propri effetti giuridici tra le parti;
  • dichiarativa, qualora l’iscrizione nel Registro renda opponibile ai terzi l’atto del quale è stata data pubblicità, prescindendo dalla effettiva conoscenza che i terzi ne abbiano;
  • notizia, qualora l’iscrizione nel Registro ha una finalità di certificazione anagrafica e di informazione del pubblico.

Il principale obiettivo del Registro delle imprese è  raccogliere dati e documenti dei soggetti tenuti all’iscrizione presso il registro delle Imprese, e di rilasciare certificati e visure.

Come iscriversi

Per iscriversi è necessario presentare la domanda e attendere l’iscrizione e l’assegnazione del numero di iscrizione al registro.

Inoltre occorre presentare la Comunicazione Unica d’Impresa alla Camera di Commercio competente per la provincia in cui si trova l’impresa. La Comunicazione Unica deve essere inviata per via telematica a mezzo Pec.

DURC: cos’è, dove si richiede e cosa contiene

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Il DURC, documento unico di regolarità contributiva, è un attestato che prova la regolarità contributiva di un’azienda verso l’INPS, l’INAIL e la Cassa Edile. Nello specifico, il DURC è finalizzato alla repressione del lavoro in nero e delle irregolarità assicurative e contributive.

Cos’è il DURC

Il DURC, noto come Documento unico di regolarità contributiva, è il documento che attesta il rispetto di pagamenti e adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi di un’azienda.

Come già accennato, il DURC consente di verificare l’adempimento dei contributi diretti all’INPS e INAIL. Nel caso di imprese che applicano contratti nel settore edilizio, anche per le Casse edili.

Dal 1° luglio 2015, con l’entrata in vigore del decreto ministeriale 30 gennaio 2015, la verifica avviene con modalità telematiche e con il rilascio del DURC online con validità di 120 giorni dalla richiesta.

Chi deve richiedere obbligatoriamente il DURC

I soggetti obbligati a richiedere il DURC sono, anzitutto, datori di lavoro e lavoratori autonomi per tutti gli appalti pubblici. I datori di lavoro, nello specifico, devono richiedere il certificato per la fruizione dei benefici normativi e contributivi. La richiesta va fatta anche ai fini della fruizione dei benefici e sovvenzioni previsti dalla disciplina comunitaria.

Il possesso del DURC è obbligatorio anche nel caso di lavori di edilizia privata, soggetti a DIA o SCIA (vale anche per le imprese straniere).

Lo devono richiedere gli esercenti di attività di commercio su aree pubbliche e, infine, anche le aziende agricole con dipendenti e lavoratori autonomi del settore dell’agricoltura.

Chi rilascia la certificazione

Gli senti tenuti al rilascio del DURC sono l’INPS, l’INAIL, le Casse edili e tutti gli istituti che gestiscono forme di assicurazione obbligatoria, sempre previa convenzione con INPS e INAIL.

Cosa contiene

Il documento deve contenere:

  • denominazione o ragione sociale, sede legale e unità operativa, codice fiscale del datore di lavoro;
  • iscrizione agli istituti previdenziali e alle Casse edili (ove previsto);
  • dichiarazione di regolarità ovvero di non regolarità contributiva, con indicazione della motivazione o della specifica scopertura;
  • data di effettuazione della verifica di regolarità con- tributiva;
  • data di rilascio del documento;
  • nominativo del responsabile del procedimento.

 Il documento viene emesso entro il termine di trenta giorni dalla richiesta, ma rimane sospeso nel caso previsto dall’art. 7 dello stesso decreto.

Quando non è necessario il DURC

Tale documento non è obbligatorio per tutti i soggetti che restano esclusi dall’elenco di cui sopra e nei rapporti tra privati, se non quando le prestazioni riguardano lavori edili che devono essere autorizzati.

La detraibilità dell’IVA prima dell’inizio dell’attività: come funziona

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Aprire un’attività è un’operazione che comporta un dispendio energetico, ed economico, da non sottovalutare. Tuttavia, è bene sapere che tutti gli acquisti effettuati nel periodo preparatorio all’inizio dell’attività godono della detraibilità dell’IVA, anche nel caso in cui non vi siano ricavi. Sono, però, necessari alcuni requisiti e, ovviamente, non devono essere presenti finalità abusive. Ecco come funziona la detraibilità dell’IVA.

L’IVA e la sua detraibilità

L’IVA, nota come Imposta sul Valore Aggiunto, è l’imposta destinata al consumatore finale. Nel caso in cui si tratti di soggetti economici e titolari di partita IVA, l’IVA è neutrale. Ciò accade poiché tramite il sistema della detrazione e della rivalsa questi soggetti detraggono l’IVA sugli acquisti e l’addebitano sulle cessioni. La differenza tra l’ammontare dell’IVA sugli acquisti e l’ammontare dell’IVA sulle vendite dà vita a un debito IVA da versare all’erario.

In merito, ha una connotazione particolare la questione relativa, appunto, alla detraibilità dell’IVA prima dell’inizio dell’attività, quando dunque sono assenti le operazioni attive.

È doveroso specificare che non si tratta di una situazione rara. Difatti, per un’impresa commerciale è necessario sostenere dei cospicui investimenti proprio prima dell’inizio dell’attività. Può, infatti, capitare, che un’impresa, dopo aver sostenuto una parte degli investimenti preparatori decida di non avviare mai l’attività economica. Tale decisione è presa nel caso in cui si ritenga che non vi siano le condizioni. In questi casi, il naturale meccanismo di detrazione e rivalsa, che caratterizza l’IVA, viene a mancare di una delle due parti; e il contribuente, detraendo senza addebitare, genera un credito nei confronti dell’erario. 

Con il tempo però la giurisprudenza di legittimità si è consolidata su un diverso orientamento, supportata dalla posizione assunta dalla Corte di Giustizia UE in più occasioni: di ciò si è occupata la recente ordinanza della Corte di Cassazione numero 39684, pubblicata il 13 dicembre 2021, che ha il pregio di riepilogare i punti di vista della giurisprudenza (italiana ed europea) sul tema.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte rileva come La Corte di Giustizia abbia stabilito che “chi ha l’intenzione, confermata da elementi obiettivi, di iniziare in modo autonomo un’attività economica e sostiene a tal fine le prime spese di investimento deve essere considerato come soggetto passivo. In quanto agisca come tale, egli ha quindi il diritto di detrarre immediatamente l’IVA dovuta o pagata sulle spese d’investimento sostenute in vista delle operazioni che intende effettuare e che danno diritto alla detrazione, senza dover aspettare l’inizio dell’esercizio effettivo della sua impresa”. “Altrimenti, si determinerebbe una violazione del principio di neutralità dell’imposta”. Va tenuto in considerazione che non è “sufficiente un’intenzione che si articoli sul piano meramente soggettivo o dei propositi: occorre pur sempre che l’intenzione sia confermata da elementi oggettivi e non sia contrassegnata da finalità fraudolente o abusive”.

Come ottenere la detraibilità dell’IVA

Affinché un soggetto possa godere della detraibilità dell’IVA, nel periodo preparatorio all’inizio dell’attività, è necessario rispettare alcuni requisiti.

Primo tra tutti: il bene o il servizio dal quale si desidera detrarre l’imposta dev’essere necessario che il bene o il servizio, del quale si detrae l’imposta, sia necessario all’organizzazione imprenditoriale o funzionale all’attività economica programmata.

Inoltre, il mancato utilizzo del bene dev’essere determinato da cause indipendenti dalla volontà del contribuente.

Queste situazioni devono realizzarsi nel momento in cui è effettuata la detrazione dell’imposta.

Grazie al principio di neutralità dell’imposta e all’interpretazione assunta dalla Corte di Giustizia UE, così come recepita dalla giurisprudenza di legittimità italiana, e ormai anche dalla prassi, il diritto alla detrazione dell’IVA è salvaguardato, a prescindere dall’effettiva successiva realizzazione dei ricavi, purché la detrazione avvenga nel rispetto di un generale principio di buonafede del contribuente, in assenza di “finalità fraudolente o abusive”.

Certificazione unica 2022: istruzioni e scadenze

certificazione unica

La bozza del modello di Certificazione unica 2022 è stata pubblicata dall’Agenzia delle Entrate il 23 dicembre. Ecco le istruzioni e le novità.

Cos’è la Certificazione unica

La Certificazione unica, nota in precedenza come CUD, è un documento fondamentale per fare la dichiarazione annuale dei redditi. Serve a riepilogare tutti i redditi percepiti e le ritenute fiscali subite. Questo, nello specifico, dev’essere emesso dal datore di lavoro per i dipendenti, o dal committente per i lavoratori autonomi.

Il documento contiene i redditi percepiti dai lavoratori  l’anno precedente rispetto a quello in cui viene prodotto e consegnato.

Nella Certificazione unica sono presenti diverse informazioni, tra cui:

  • dati anagrafici di chi ha percepito i redditi certificati;
  • dati identificativi del datore di lavoro o dell’ente di previdenza che ha elaborato la certificazione;
  • informazioni di dettaglio sul reddito;
  • se presenti, dati del coniuge e dei figli a carico (o altri familiari a carico);
  • dati relativi contributi e al TFR;
  • redditi da lavoro autonomo/diversi/percepiti;
  • sezione per la destinazione di 8 per mille, 5 per mille e il 2 per mille dell’IRPEF.

Chi deve fornire la Certificazione unica

Tutti i lavoratori dipendenti o autonomi devono versare le ritenute IRPEF e produrre la relativa Cu. Spetta dunque al sostituto d’imposta, che coincide col datore di lavoro o col committente o cliente.

Coloro che la producono devono sottostare pertanto a due obblighi:

  • trasmettere la Certificazione all’Agenzia delle Entrate;
  • consegnare la Certificazione al cosiddetto percipiente.

Scadenza del 2022

La Certificazione unica 2022 deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate e ai percipienti entro il 16 marzo 2022.

La scadenza slitta al 31 ottobre per le certificazioni che contengono esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili mediante dichiarazione precompilata.

Il sostituto d’imposta che nel 2022 ha prestato assistenza fiscale deve trasmettere per via telematica all’Agenzia delle Entrate il modello 730/2022 e i corrispondenti prospetti di liquidazione.

Infine, le istruzioni per la modalità di consegna delle buste contenenti la scheda per la scelta dell’otto per mille, del cinque per mille e del due per mille saranno stabilite con apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Report aziendali: di cosa si tratta

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I report aziendali sono un prospetto completo delle informazioni pubbliche riguardanti un’azienda. La consultazione di tale documento consente di conoscere maggiori dettagli circa partner, situazione generale dell’impresa, l’affidabilità o la sua produttività.

Cos’è un report aziendali

I report aziendali sono per definizione documenti che integrano dati estratti da diverse fonti ufficiali, quali Tribunale, Camera di Commercio, Conservatoria dei Registri Immobiliari e il Catasto. Questi sono mezzi fondamentali per l’analisi della clientela, ad esempio, sia la nuova che quella consolidata, ma sono utili per lo studio dei fornitori o di nuovi possibili partner commerciali. Ciò a cui mira un report aziendale è la valutazione dell’andamento di un’azienda. Il report infatti individua criticità e consente di adottare strategie per la crescita del business.

Un report aziendale comprende differenti dati e informazioni:

  • Dati che identificano l’Azienda;
  • Segnalazione Protesti e Pregiudizievoli di Conservatoria;
  • Dati di settore e dimensionali;
  • Segnalazione Procedure Concorsuali;
  • Segnalazione Esperienze Contenzioso.

E ancora:

  • denominazione, natura giuridica, codice fiscale, partita IVA, numero REA;
  • data di costituzioni, come ad esempio iscrizione al Registro Imprese, inizio attività;
  • attività esercitate e codice ATECO;
  • oggetto sociale;
  • sede legale e unità locali come attuali e storiche o cessate;
  • capitale sociale;
  • soci e ripartizione delle quote societarie;
  • sistema di amministrazione e controllo, durata, oggetto sociale, elenco dei componenti dell’organo amministrativo e di controllo;
  • dati di bilancio sull’ultimo anno o fino ai 5 anni precedenti;
  • gruppo societario;
  • partecipazioni storiche;
  • addetti;
  • eventi negativi come protesti, procedure concorsuali e pregiudizievoli.

Perché sono utili i report aziendali

I report aziendali, come anticipato, si mostrano fondamentali per gli imprenditori, poiché consente loro di possedere informazioni rilevati circa lo stato di salute dell’azienda analizzandola in termini economici, finanziari e produttivi. Il report aziendale permette, inoltre, di far prendere decisioni strategiche individuano il momento più opportuno, avendo aggiornamenti e verificando i settori maggiormente produttivi.

Tipologie

I report aziendali sono classificabili come direzionali o operativi. I primi sono dunque rivolti alla direzione dell’azienda e servono per il controllo del budget economico. Quelli operativi, invece, sono indirizzati ai responsabili dell’azienda. Forniscono i dati necessari per l’analisi degli scostamenti, tra quanto prefissato e quanto ragigunto.

Come richiedere un report aziendale online

Tramite il servizio offerto da registrovisure.it è possibile richiedere e ottenere immediatamente un report aziendale specificando se viene richiesta da un’impresa, società, libero professionista oppure ditta individuale, aderendo quindi al Codice del Consumo rivolto ai professionisti. Il servizio di registrovisure.it non è disponibile per privati. 

Registro Visure consente, inoltre, ai propri clienti di sottoscrivere un abbonamento mensile che mette disposizione 100 crediti mensili, da utilizzare per richiedere documenti ad un prezzo molto basso.

Estratto di mappa catastale: a cosa serve e come si richiede online

estratto di mappa catastale

L’estratto di mappa catastale, anche detto mappa catastale, è una rappresentazione grafica del territorio, generalmente in scala 1:2000.

Tramite i dati catastali si otterrà un documento nel quale saranno presenti la grafica delle particelle, la forma e la posizione delle stesse nel foglio catastale.

Cos’è l’estratto di mappa catastale

Come già detto l’estratto di mappa catastale mostra la posizione e la geometria della particella di Catasto dei Terreni e di possibili fabbricati sovrastanti, che si riferiscono a una data porzione del foglio catastale. Per tale ragione è noto come mappa dei terreni, poiché dà informazioni sul foglio e sui mappali sui quali insiste l’unità immobiliare.

Com’è realizzata una mappa catastale

Una mappa catastale è una rappresentazione grafica di una porzione di terreno. Su di essa sono rappresentate le sagome degli edifici e i numeri delle particelle. Come anticipato si tratta di una scala 1:2000. Per le zone estese si può arrivare anche a una scala di 1:4000. Mentre per le parti più frastagliate, come i centri urbani, le mappe possono essere in scala 1:1000 o 1:500.

Cosa contiene

Nel documento sono riportare, tra le altre, le seguenti indicazioni di un immobile:

  • i dati di una particella censita nel Catasto terreni nel raggio di 1.000 metri;
  • l’ubicazione esatta della particella;
  • i confini;
  • le modalità di accesso al fabbricato;
  • la disposizione interna dell’unità immobiliare urbana e la destinazione e l’orientamento dei singoli vani;
  • i dati anagrafici e il codice fiscale dei soggetti intestatari;
  • le quote di possesso.

A cosa serve una mappa catastale

Attraverso i dati catastali ottenuti, si avrà a disposizione un documento nel quale sarà visibile la grafica delle particelle, la forma e la posizione delle stesse all’interno di un foglio catastale.

Tramite l’estratto si potranno identificare i confini di un terreno o valutare le particelle incluse nel foglio di mappa.

All’interno degli estratti è presente la sagoma dei fabbricati ubicati sulla particella interessata. Nella mappa possono essere presenti dati quali: demarcazioni relative alla viabilità, i punti trigonometrici, le curve di livello e i punti quotati, confini amministrativi comunali, ecc.

Come richiederla online

Tramite il servizio offerto da registrovisure.it è possibile richiedere e ottenere immediatamente un estratto di mappa catastale specificando se viene richiesta da un’impresa, società, libero professionista oppure ditta individuale, aderendo quindi al Codice del Consumo rivolto ai professionisti. Il servizio di registrovisure.it non è disponibile per privati. 

Registro Visure consente, inoltre, ai propri clienti di sottoscrivere un abbonamento mensile che mette disposizione 100 crediti mensili, da utilizzare per richiedere documenti ad un prezzo molto basso. Tramite questo abbonamento si può ottenere un estratto di mappa catastale a prezzo ridotto.

Cos’è e come si richiede la Visura Ipotecaria

visura ipotecaria

Quando si parla di visura ipotecaria si fa riferimento a un documento utile per l’identificazione dell’intestatario di un immobile, fabbricato o terreno. Tale visura permette, inoltre, di scoprire se sul suddetto immobile sono presenti carichi pendenti, ipoteche o esecuzioni da parte di creditori.

Di seguito si traccerà una guida utile a comprendere cosa sia, a cosa serva e come si richieda.

Cos’è la visura ipotecaria

La visura ipotecaria,chiamata anche visura ipocatastale o accertamento immobiliare, è un’attività di ricerca che permette di ottenere un documento che determina se se un soggetto, persona fisica o persona giuridica, risulta intestatario di beni immobili attraverso la verifica delle trascrizioni a favore e delle trascrizioni contro tale soggetto. La visura ipotecaria identifica, inoltre, la presenza di gravami sugli immobili, quali ipoteche, legali, giudiziali o volontarie, e citazioni.

A cosa serve

Una visura ipotecaria solitamente si dimostra utile durante le trattative preliminari di compravendita di un immobile. Di solito questo accade qualora sia necessario avere atti notarili relativi a un bene immobile o in caso di azioni di recupero crediti e di individuazione di gravami.

Per poter richiedere tale visura sono necessari i seguenti documenti e dati:

  • tipologia dell’immobile;
  • provincia e comune
  • foglio e particella;
  • nome, cognome e Codice Fiscale, se la ricerca si basa sul soggetto intestatario dell’immobile;
  • ragione sociale, Codice Fiscale o Partiva Iva, se la ricerca si basa sulla società.

Come leggerla

Le prime informazioni fornite sono data e ora della richiesta e l’indicazione della Conservatoria presso la quale è stata svolta l’ispezione. Sono poi riportati in ordine i seguenti dati:

  • la tipologia di richiesta, ovvero per immobile, denominazione o dati anagrafici;
  • i dati della richiesta
  • la situazione aggiornamento, ovvero il periodo di informatizzazione, di recupero o di parziale recupero della Conservatoria di riferimento;
  • l’elenco degli omonimi, in quanto potrebbero esserci più omonimi o posizioni;
  • l’elenco cronologico delle formalità.

Come richiedere una visura ipotecaria online

Tramite il servizio offerto da registrovisure.it è possibile richiedere e ottenere immediatamente una visura ipotecaria specificando se viene richiesta da un’impresa, società, libero professionista oppure ditta individuale, aderendo quindi al Codice del Consumo rivolto ai professionisti. Il servizio di registrovisure.it non è disponibile per privati. 

Registro Visure consente, inoltre, ai propri clienti di sottoscrivere un abbonamento mensile che mette disposizione 100 crediti mensili, da utilizzare per richiedere documenti ad un prezzo molto basso. Tramite questo abbonamento si può ottenere una visura ipotecaria a prezzo ridotto.

Cosa s’intende per bilancio aziendale

bilancio aziendale

Il bilancio aziendale è uno strumento informativo completo e approfondito sullo stato economico-finanziario di un’impresa. Un insieme di documenti contabili redatti periodicamente che attestano la situazione patrimoniale e consentono di analizzare la struttura societaria di un’azienda. 

Il bilancio aziendale

Il bilancio aziendale, o d’esercizio,  è l’insieme dei documenti contabili che un’impresa deve stilare con cadenza periodica, ai sensi di legge, allo scopo di perseguire il principio di verità ed accertare in modo chiaro, veritiero e corretto la propria situazione patrimoniale e finanziaria, al termine del periodo amministrativo di riferimento, nonché il risultato economico dell’esercizio stesso.

Questo è composto dal conto economico, dallo stato patrimoniale e dalla nota integrativa, con il relativo verbale d’assemblea dell’azienda ricercata.

Chi deve depositarlo

A dover depositare il bilancio economico non sono tutte le società, ma soltanto quelle che sono definite società di capitali. Nello specifico si tratta di:

  • Società a responsabilità limitata;
  • Società estere con sede in Italia;
  • G.E.I.E;
  • Consorzi con qualifica di confidi;
  • Società per azioni;
  • I consorzi che non hanno la qualifica di confidi sono tenuti a depositare unicamente la situazione patrimoniale;
  • Contratti di Rete di Imprese;
  • Società in accomandita per azioni;
  • Società cooperativa;
  • Aziende speciali e Istituzioni di Enti Locali;
  • Startup innovative.

Com’è composto il bilancio

Per poter ottenere un bilancio conforme alla normativa italiana è fondamentale che il bilancio sia composto da:

  1. lo stato patrimoniale: rappresenta la situazione aziendale al momento della chiusura dell’esercizio. Pertanto deve risultare evidenziata la situazione patrimoniale e finanziare della società che compone l’attivo e quella che compone il passivo e il patrimonio netto. A sua volta, poi, lo stato patrimoniale è diviso in attivo e passivo. Attivo ossia, tutti i beni e le proprietà possedute dall’azienda (fabbricati, macchinari, attrezzature) utilizzati per l’esercizio dell’attività, i crediti dell’azienda nei confronti di terzi (clienti, etc.), le disponibilità liquide (cassa, saldi attivi dei conti correnti). Mentre con passivo si considerano i debiti dell’azienda verso terzi (fornitori, banche, …). Il capitale netto indica il debito ideale della società verso i suoi proprietari, ed è costituito dalle riserve e dal capitale sociale;
  2. il conto economico: fornisce informazioni circa la situazione economica della società, tramite l’indicazione dei costi sostenuti e dei ricavi conseguiti dall’azienda nel corso dell’esercizio. L’elemento di raccordo tra il conto economico e lo stato patrimoniale è rappresentato dall’utile dell’esercizio (o la perdita) che se non distribuito ai soci entrerà poi a far parte del patrimonio dell’azienda nell’ambito del capitale netto;
  3. la nota integrativa: in esso devono essere riportate tutte le informazioni che consentono una più veritiera e corretta rappresentazione della situazione economica patrimoniale e finanziaria della società;
  4. il rendiconto finanziario.

Come richiederlo online

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Registro Visure consente, inoltre, ai propri clienti di sottoscrivere un abbonamento mensile che mette disposizione 100 crediti mensili, da utilizzare per richiedere documenti ad un prezzo molto basso. Tramite questo abbonamento si può ottenere un bilancio aziendale a prezzo ridotto.

Visura camerale: cosa è e come richiederla online

visura camerale

La visura camerale è un documento che contiene aspetti legali e anagrafici di un’impresa. Si tratta di un documento ufficiale rilasciato dalla Camera di Commercio iscritta al Registro Imprese.

Cos’è la visura camerale

La visura camerale è il documento che fornisce informazioni su qualunque impresa italiana, individuale o collettiva, iscritta al Registro delle Imprese tenuto dalle Camera di Commercio, dell’Industria, Artigianato ed agricoltura (presente in ogni provincia italiana).

Dalla visura camerale sono dunque desumibili informazioni legali, amministrative ed economiche di tale impresa.

Il documento, infatti, è suddiviso in sezioni contenenti informazioni da statuto e atto costitutivo, capitale e strumenti finanziari, soci e titolari di diritti su azioni e quote, amministratori, attività, albi, ruoli e licenze, sede ed unità locali.

Visura camerale ordinaria e storica

Come nel caso della visura catastale, anche la v. camerale è divisibile in una tipologia definita ordinaria e una storica. La visura camercale ordinaria continene le principali informazioni su un’azienda, come:

  • i dati anagrafici;
  • partita IVA;
  • la data di costituzione;
  • natura giuridica;
  • codice REA;
  • e-mail certificata;
  • stato dell’attività;
  • capitale sociale;
  • numero di dipendenti;
  • partecipazioni in altre società;
  • amministratori, soci e loro cariche;

La visura camerale storia contiene, invece, la storia delle modifiche subite dalla società fino al momento in cui è stata richiesta la visura. Riporta dunque tutte le iscrizioni e i depositi degli atti nel Registro Imprese avvenuti dal momento della costituzione societaria.

Come richiederla online

Tramite il servizio offerto da registrovisure.it è possibile richiedere e ottenere immediatamente una visura camerale ordinaria o una visura camerale storica specificando se viene richiesta da un’impresa, società, libero professionista oppure ditta individuale, aderendo quindi al Codice del Consumo rivolto ai professionisti. Il servizio di registrovisure.it non è disponibile per privati. 

Registro Visure consente inoltre ai propri clienti di sottoscrivere un abbonamento mensile che mette disposizione 100 crediti mensili, da utilizzare per richiedere documenti ad un prezzo molto basso. Tramite questo abbonamento si può ottenere una visura ordinaria o una visura storica a prezzo ridotto.